L'arte dello stucco e del mosaico a Venezia - tradizione o contemporaneità?

Cari Architetti e Designers, siete alla ricerca di nuove idee e proposte? Questo articolo è per voi. 

Mi piacerebbe dire di aver avuto un 'intuizione geniale, ma sarebbe errato, oltre che presuntuoso. Siete stati proprio voi a suggerirmi quanto segue.

In questo articolo sui mosaici voglio raccontarti un po’ de:

  • I marmorini tradizionali

    • Marmorino: che cos’è e la sua storia

      • Come si fa il marmorino

  • Scarpa e Olivetti: il mondo dell'artigianato in vetrina

  • I materiali più semplici possono dare vita a grandi decorazioni per i mosaici

  • Mosaico artistico: una soluzione senza tempo

I Marmorini tradizionali

Ultimamente mi accade di incontrare diversi professionisti come voi che hanno passato qualche giorno a Venezia. Architetti non veneti per intenderci. Oppure mi è capito di incontrarvi fuori dal mio “territorio” e ho notato un certo interesse per decorazioni che potremmo definire local di intonaci marmorini tradizionali.

Soprattutto dai report entusiastici a seguito delle visite alle Procuratie vecchie (appena restaurate) e lì vicino, sotto i portici di Piazza San Marco con il negozio Olivetti. Del resto, impossibile non essere d'accordo!

Marmorino: che cos’è e la sua storia

Il marmorino veneziano ha una tradizione molto antica che negli ultimi anni è prepotentemente tornato in auge.

Il motivo è ben presto spiegato: questo stucco così prezioso è in grado di creare figure marmoree dai suggestivi giochi di chiaro-scuro, ricreando una superficie liscia in grado di donare ad ogni ambiente un tocco elegante e raffinato.

È bene sapere quindi che il marmorino altro non è che un intonaco che non solo decora, ma anche protegge la parete dalle infiltrazioni. Esso è caratterizzato da un'elevata omogeneità ed è costituito da carbonato di calcio.

Già al tempo dei Romani si utilizzava il marmorino per le finiture degli edifici, ne troviamo riscontro su il De Architectura di Vitruvio. Ma è a partire dal 1600 e per tutto il 1700 che il marmorino trova la sua maggior diffusione proprio in Veneto.

La sua lavorazione in quei secoli cambia: aumenta lo spessore dello strato di calce e polvere di marmo e viene realizzato attraverso dei ferri più che ampi che permettono di livellarlo in maniera lineare. Proprio perché le zone del veneziano erano particolarmente umide, il marmorino veniva posto di solito su uno strato di calce e cocciopesto.

Proprio da queste lavorazioni deriva il nome di marmorino veneziano che va a riferirsi all'insieme di tutti questi strati d'intonaco.

Come si fa il marmorino

Creare il marmorino non è una cosa molto semplice e se non si è avvezzi è sempre meglio chiedere ad un professionista consiglio.

Normalmente però si procede con:

  • La preparazione della parete, con un sottofondo di cocciopesto o  con il primer

  • Dare una prima mano di marmorino

  • Aspettare che sia quasi asciutto e dare una seconda mano di marmorino

  • Quando è possibile la stesura viene fatta interamente "a fresco", per garantire la traspirazione delle pareti.

Ammetto di aver dato, forse per consuetudine e familiarità, per scontato questo tipo di lavorazioni che conosco bene, sia per i materiali che per le tecniche della tradizione veneta.

Dalle decorazioni in stucco marmorino, cocciopesto, pastelloni, è stato un percorso che mi ha accompagnato durante la formazione artistica e nei primi anni di lavoro nel restauro. Lavorazioni che ho ripreso in mano dopo aver iniziato a fare mosaici in pasta vitrea (e come si poteva ignorare il vetro stando a Venezia).

Eppure quel che voglio raccontarvi è più vicino ad una riflessione.

Scarpa e Olivetti: il mondo dell'artigianato in vetrina

Carlo Scarpa, nel realizzare il negozio Olivetti ci aveva visto giusto, cosi come il Sig. Olivetti che scelse Venezia come vetrina di rappresentanza per le sue macchine da scrivere.

Erano gli anni '50, e come loro altri designers del calibro di Fulvio Bianconi, Tommaso Buzzi, e lo stesso giovanissimo Scarpa si sono accostati al mondo dell'arte e artigianato veneziano creando opere moderne e  tali da rimanere attuali,   a dispetto di ogni epoca o moda.

Quindi, in che cosa ci avevano visto giusto? Nel raccontare una storia di un'azienda attraverso lo spazio, la luce, l'attenzione ai particolari e nella scelta dei materiali. In questo caso con un linguaggio tutto veneziano e aggiungerei, ancora attuale. Naturalmente unico nel suo genere.

Prima che vi indigniate, in questo racconto non sono io quella brillante (anche se tecnicamente con stucchi marmorini e mosaici sono convinta di sapermi destreggiare), ma si da il caso che anche a me piaccia raccontare storie con un mio linguaggio creativo. 

I materiali più semplici possono dare vita a grandi decorazioni per i mosaici

Vi siete chiesti quali possibilità possono nascere da un incontro e uno scambio di competenze?

Io si, e ho avuto la fortuna di poterlo vedere e sperimentare in più d'un occasione.

Cerco di far ordine. Durante la mia formazione e il primo decennio di lavoro mi sono specializzata nel restauro di pitture murali, stucchi marmorini, decorazioni a stucco, pastelloni e intonaci in generale.

Non immaginavo quanto semplici materiali, letteralmente sassi cotti e inerti ,potessero prestarsi a decorazioni mirabili (e ancora oggi fruibili) con caratteristiche fisiche e chimiche davvero prestazionali. Nonchè estetiche :-)

Del resto, prima dell'avvento dell'industria e della nascita di nuovi materiali edili e diverse tecniche di costruzione, i romani ci hanno ben insegnato che un muro fatto bene sa resistere a tutto e l'uomo ha fatto il resto, riuscendo a dargli mille volti diversi a seconda del periodo storico artistico. Affreschi, decorazioni, stucchi marmorini, bellezza.

La stessa cosa è avvenuta poi con la pasta vitrea, sabbia, metalli e ossidi con il calore del fuoco danno origine a quel meraviglioso materiale che è il vetro. Potrei dilungarmi e finirei per tediarvi.

Mosaico artistico: una soluzione senza tempo

Arriviamo ad oggi. Mi spiaceva abbandonare e perdere tutto questo. Mi sono detta che forse potevo sfruttare queste competenze e ho iniziato a creare pannelli di mosaico, in tessere e lastre, e intonaci della tradizione veneziana.

Insieme, i due materiali creano un bell'equilibrio di spazi pieni e vuoti, zone opache e riflessi. Sono pannelli artistici ma...intuite quante cose diverse si possono fare?

Come fecero Scarpa e Olivetti, è tempo di essere global, in che modo?

  • Nello scambio culturale e artistico

  • Nel fondere visioni

  • Nel generare nuovi schemi compositivi grazie alle formazioni differenti. 

Architetti e designers, voi siete indispensabili in questa transizione, voi potete trasformare la tradizione in qualcosa di contemporaneo.

Magari posso tornarvi utile :-)

Ne parliamo?

È questo quel che mi piace del mio lavoro: qualcosa che prima era solo nella mia mente e poi diventa reale. Ma quando si tratta di realizzare qualcosa che non ho ancora immaginato, beh, mi piace ancor di più!

Volevo ritagliare l'azzurro del cielo"

(Carlo Scarpa, lezione sulla Gipsoteca di Possagno, 13 gennaio 1976)
Posted on 05/07/2022 by MNM Venezia, Michela Nardin Portfolio 0 2026

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